Intervista a Mauro Aresu, a cura di Paola Biondi

Ha la passione per le antiche civiltà, fra cui quella nuragica, possiede qualità sensitive e rabdomantiche ed è diventato studioso di geobiologia. Per i suoi ritrovamenti catalogati dal ministero dei Beni Culturali  nel 1985, la Soprintendenza ha nominato Mauro Aresu Ispettore Onorario per l’archeologia.

Innanzi tutto, che cos’è la rabdomanzia?
L’uomo è un’antenna ricevente sensibilissima, capace di captare le onde trasmesse nell’ambiente e di emettere, a propria volta, vibrazioni. La capacità di percepire le radiazioni emesse da corpi viventi o non viventi si chiama “radiestesia” e si effettua in ambienti chiusi con un pendolino libero di oscillare appeso ad un filo che si tiene fra le dita. Nel caso invece in cui si effettui in ambienti aperti, utilizzando una bacchetta tenuta in mano, si parla di “rabdomanzia”. Pendolino e bacchetta sono come amplificatori delle percezioni. Grandissime civiltà fra cui gli Egizi, gli Etruschi, i Greci, i Sumeri, i Cinesi e anche i Sardi, se ne servivano come una radio per “sintonizzarsi” sulla frequenza dell’oggetto che interessava: l’acqua, per esempio, indispensabile alla vita. Questa pratica probabilmente iniziò in diverse parti del mondo in maniera casuale, quando un bastoncino tenuto in mano diede segni di movimento del tutto spontanei. Possiamo immaginare lo stupore di quegli uomini: questo fatto fu inizialmente attribuito agli spiriti, ma in seguito fu riferito alle magiche forze della Madre Terra da cui nacquero profonde tradizioni.

Com’è diventato rabdomante e che cosa ha scoperto?
Nel 1991 mi accorsi di essere in grado, con la bacchetta, di  individuare le linee magnetiche amplificate dai corsi d’acqua sotterranei. Tempo dopo, durante la visita con amici a un sito archeologico, scoprii che in vicinanza della stele la bacchetta nelle mie mani ruotava con maggior forza. Mi venne spontaneo pensare che forse non era un caso che gli architetti della civiltà nuragica avessero posizionato la stele proprio in quel punto. La cosa poteva essere un’intenzione vera e propria, probabilmente perché c’era una vena sotterranea. Per verificarlo andammo alla Tomba di Giganti di Palau in località Sajacciu e iniziai a camminare con la bacchetta in mano proprio nell’area dove io stesso avevo scoperto l’impianto tombale nel 1983. La vibrazione si ripeté anche lì presso la stele.

E quindi? 
L’ipotesi che avevo fatto poteva essere valida. Allora passai in rassegna tutte le antichissime tombe che conoscevo, sia nel territorio di Palau sia in quello di Arzachena, e in tutte verificai l’esistenza delle medesime situazioni oggettive: al di sotto della stele una potente vibrazione magnetica faceva vibrare la bacchetta. Le Tombe di Giganti erano destinate alla sepoltura del capi del “clan” e degli eroi in generale, ma il luogo veniva scelto dallo stregone del villaggio proprio per la presenza di acqua sotterranea.

E perché?
Perché la Tomba  era destinata anche al rito della rigenerazione: le persone vi dormivano oppure sostavano a lungo nella parte semicircolare dell’esedra e tale rituale era praticato a scopo terapeutico. Aristotele descrisse questi riti detti di “incubazione” come un sonno profondo e lungo anche cinque giorni, capace di togliere al paziente la coscienza del tempo, guarendolo da ossessioni e da altri mali fisici. Le malattie psicosomatiche venivano evidentemente trattate inducendo una forma di ipnosi, ma come facevano a guarire le altre malattie? Oggi che conosciamo il magnetismo sappiamo la risposta. Così ancora adesso le persone vanno a curarsi alla Tomba di Giganti!

Queste tombe sono una fonte di magnetoterapia naturale?
Esatto. Il terreno dove si trova emana dei flussi energetici che hanno una frequenza di circa 437 Mhz. Queste emissioni hanno la capacità di attraversare il corpo umano, consentendo alle cellule umane di ricaricarsi. Un individuo, rimanendo sdraiato, può avvertire un leggero calore nei punti dove esiste un problema fisico o un leggero formicolio alle mani o ai piedi oltre a una sensazione di leggerezza  e rilassamento. La stele sorge su un punto focale corrispondente alla massima potenza magnetica che era stata rilevata e questo, in linea con un altro punto focale, formava l’asse della costruzione. Lei ha qualche problema?

Il ginocchio sinistro.
Lo appoggi sotto quest’arco e rimanga lì rilassandosi e respirando profondamente senza incrociare gambe o braccia.

Eseguo. Non voglio essere credulona ma neppure farmi sviare dalla mia mente razionale. Passa così il tempo prescritto….
Come sente il ginocchio?

Me ne ero già dimenticata! Provo a massaggiarlo con la mano e realizzo che non mi fa più male: la sensazione è di essermene “riappropriata”. Potrà mai essere vero?
Lei sta sperimentando una cosa che faceva parte delle normali conoscenze dei popoli antichi.

Che cos’altro si può “curare” in questo modo?
Naturalmente i casi gravi vanno seguiti dal medico. La pressione arteriosa alta, sotto l’effetto del flusso magnetico, torna normale dopo pochi minuti di trattamento. La magnetoterapia ha effetti antiemorragici e riesce a rigenerare il tessuto osseo: è stata documentata scientificamente la guarigione da malattie degenerative dopo 5 giorni di terapia per circa mezz’ora al giorno. L’energia magnetica che si sprigiona dal suolo è un potentissimo antiinfiammatorio efficace contro sciatalgie, tendiniti, mialgie. E’ in grado di risolvere stati dolorosi acuti come emicranie, emorroidi, ulcere, e può far regredire le vene varicose, la cellulite, l’ansia, la depressione.

Una “cura” per tutto! Lei ci crede profondamente…
Di più! Ho anche imparato a fare “la visita energetica nuragica”. Gli sciamani o sacerdoti -medici utilizzavano un bastoncino a forma di Y che iniziava a girare in corrispondenza della parte del corpo del paziente dove c’era un problema. Oggi sappiamo che la malattia può essere rilevata registrando uno scompenso magnetico-energetico. La medicina empirica nuragica è in grado di ristabilire e riequilibrare l’energia vitale di un individuo.